Chi Siamo

 

 

Il nome della Cooperativa “Il Villaggio di Esteban” deriva da un brano della raccolta di racconti di G.G. Marquez “La incredibile e triste storia della candida Erendira e della sua nonna snaturata”. Uno di questi racconti, “Il naufrago più bello del mondo”, narra la storia di Esteban, un uomo trovato annegato sulla scogliera di un villaggio del Caraibi.

I primi a trovarlo sono i bambini, che giocano con il suo corpo senza spaventarsi. Gli uomini del villaggio portano il corpo alle donne, che lo puliscono e lo profumano, lavandolo dalle sporcizie del mare e lo amano immediatamente perché diverso dagli altri.

Gli uomini, che provano diffidenza nei suoi confronti, si recano nei paesi vicini per capire di chi è quel corpo ma, tornando senza aver trovato un’identità per quell’uomo, lo trovano ripulito e cominciano ad ammirarlo.

Gli abitanti del villaggio gli danno un nome, Esteban, lo fanno così diventare loro concittadino, gli preparano i funerali, lo coprono di fiori e lo portano alla scogliera per ridarlo al mare, ma ai suoi piedi non legano l’ancora…

L’annegato rappresenta il diverso, che diventa l’occasione di cambiamento, diventa la spinta per rinnovarsi, per accogliere anche cose nuove.

Il fazzoletto posto sul suo volto sta a simboleggiare il pregiudizio, mentre la sporcizia dalla quale le donne lo lavano sono i segni delle traversie passate…

Ciò che più simboleggia l’esperienza della Cooperativa è l’immagine degli abitanti del villaggio, che lasciano l’annegato in mare senza legarlo all’ancora, per permettergli di ritornare, così come tutti possono tornare alla cooperativa.

Vari i punti che possono essere comparati alle attività della cooperativa: l’accoglienza del diverso, che diventa parte della comunità; la scoperta della diversità, la celebrazione del non produttivo: il cadavere diventa risorsa della comunità; la comunità che cambia a partire dall’accoglienza e dalla condivisione della diversità; la consapevolezza e la condivisione di cosa patisce il diverso; l’attribuzione del nome al diverso, perché ogni persona ha un nome; il senso di sentirsi tutti come un’unica grande famiglia dopo l’arrivo di Esteban…

Il villaggio rappresenta la famiglia che c’è sempre, ma non può tenere il figlio per sé e, quindi, lo getta in mare; il mare è la cooperativa, tiene i figli a galla e li aiuta, li abbellisce. Gli scogli che fioriscono rappresentano le famiglie che, aiutate dalla cooperativa, accettano la disabilità e la vivono con serenità. Il mare è, quindi, il veicolo che riporta l’uomo a far parte di una piccola comunità che gli aprirà le porte del mondo…